"Appressandosi dunque Venetiani, Francesi furono i primi, che scaricarono l'artigliere nelle squadre de gl'inimici; le quali fecero più spavento e travaglio de gl'ordini, specialmente ai soldati nuovi, che danno Venetiani allhora, con incredibile desiderio di combattere, udito il rumor delle trombe, e levatosi un gran grido per le squadre de gl'inimici. Francesco Gonzaga generale, portandosi più da soldato che da Capitano, nel primo assalto passando con picca il petto d'uno inimico turbò l'ordinanza: poi valorosamente combattendo con la spada con molta uccisione pervenne dentro della battaglia; e ritornò a suoi per cambiare cavallo, che gli era stato ucciso. I Venetiani combatterono ben con maggiore animo, ma i Francesi con maggiore indistria. Perciche gran paura era entrata ne gli animi loro; e la moltitudine de gl'inimici gli aveva spaventato.
Costoro (i Provveditori) non sapendo d'hauer vinto, parte rivolti i soldati a gli alloggiamenti loro per dividere le spoglie. & parte per la moltitudine non avezza all'armi messa in fuga. & per il vario tumulto del campo, ne havendo inteso anchora i danni de gl'inimici, a pena di questo poterono fare intendere."
- Tratto da una cronaca di Alessandro Benedetti, medico, che seguì l'esercito Veneziano contro Carlo VIII -
Documento pubblicato
grazie alla concessione
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delle Valli del Taro e del Ceno
Illustrazione di Paolo Sacchi
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