Luogo: Strada Massimo D'Azeglio, 45, 43100 Parma
Telefono: 0521 218019
Vedi orari di apertura dell'Archivio di Stato e dell'Oratorio di S. Ilario.
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L'Ospedale Vecchio è uno dei complessi monumentali più importanti di Parma, nonché l'edificio simbolo della storia ospedaliera della città.
Posto nel quartiere dell’Oltretorrente, lungo l’attuale viale d’Azeglio, é stato l’ospedale cittadino dal XV secolo fino al 1926. Molto amato dalla popolazione cittadina per i servizi umanitari che ha dispensato nei secoli.
Fu costruito per riunire i circa 60 ospedali minori di Parma e del contado in un unico Ospedale Maggiore.
La costruzione del primo nucleo dell'edificio pare sia stata avviata prima del 6 settembre 1476 su progetto di Gian Antonio Da Erba. All'inizio del '500 l'edificio può ritenersi compiuto sia all'esterno che all'interno e si compone dell'impianto a croce delle infermerie; si estende in facciata con le prime quindici arcate del porticato, da ovest a est e racchiude il chiostro degli Esposti.
Piuttosto raro nell'edilizia residenziale parmense, il portico è elemento caratteristico comune delle facciate di molti ospedali rinascimentali e rappresenta la mediazione tra lo spazio privato e quello sociale, affacciandosi sul più importante asse urbano e territoriale, la Strada Maestra di Santa Croce (attuale via D'Azeglio), tratto cittadino della via Emilia.
Caratteristica distintiva del nuovo progetto è la disposizione della pianta a forma di croce.
L'intera struttura è organizzata intorno alla grande crociera a forma di croce greca sormontata da una cupola, su ispirazione di analoghe strutture quattrocentesche. L'esempio più noto, e modello a cui probabilmente ci si ispirati, è l'antico Ospedale Maggiore di Milano, detto la Cà Granda - progettata dal Filarete - oggi sede dell'Università statale.
Questo impianto offriva il vantaggio di una facile sorveglianza delle corsie ospedaliere da parte del personale.
Ospedale Vecchio: Cupola della crocieraLa copertura della crociera, alta diciotto metri, è a volta e ha degli oculi apribili dall'alto, che servivano per mantenere un microclima ottimale e ricambi d'aria. Un corridoio che percorreva la crociera sul fianco occidentale permetteva di spostare merci e persone dalla strada principale ai cortili di servizio. All'incrocio delle navate sotto la cupola, era collocato un altare dove ogni mattina il sacerdote celebrava la Messa, che poteva essere seguita fino all'estremità di ogni braccio della crociera.
L'Ospedale era distinto in due sezioni. L'Ospedale della Misericordia e l'Ospedale o Ospizio degli Esposti.
L'inaugurazione del nuovo “Ospedale Maggiore” avvenne il 23 agosto 1926, e fu da quella data che il complesso dell'Ospedale Vecchio cessò di servire agli scopi sanitari, lasciando un vuoto nel mezzo dell'Oltretorrente.
I parmigiani del quartiere erano legati da un affettuoso attaccamento al loro Ospedale, tanto da poter dire che tutto al di là dell'acqua formava una sola grande famiglia con esso. La struttura, del resto, occupava una parte non piccola della sua area e dava pane e lavoro ad un numero discreto dei suoi abitanti, giacché tutto il suo personale infermieristico e di fatica era di Parma Vecchia.
Fu poi venduto, insieme all'edificio dei Paolotti, dall'Amministrazione degli Ospizi Civili al Comune di Parma, che lo destinò a molteplici funzioni. La crociera, per l'ampio spazio che delimita, fu adibita a deposito di materiali di diverso genere: dal 1926 funzionò come magazzino militare. Dopo l'ultima guerra, dal 1948, nel piano nobile fu sistemato l'Archivio di Stato, che aveva dovuto abbandonare la precedente sede nell'edificio della Pilotta, in parte distrutto dal bombardamento del 13 maggio 1944 (nel crollo andarono perduti non pochi fondi archivistici e si resero inutilizzabili i locali per la conservazione dei documenti superstiti). Il sottocrociera venne adibito a magazzino comunale.
Dagli anni settanta il comune ha cominciato a restaurare l'edificio e recuperarlo per il sistema bibliotecario comunale, inserendovi la sede dell'Istituzione Biblioteche del Comune di Parma, la Biblioteca Civica, la Biblioteca Bizzozero, l’Emeroteca comunale, la Biblioteca Balestrazzi e la Videoteca comunale, tutte istituzioni per le quali il palazzo dell'Ospedale Vecchio è diventato un prezioso polo culturale della città.
La Biblioteca Civica è la più grande e la più antica fra le biblioteche comunali. Possiede oltre 63.000 volumi ed un settore di quasi 400 Cd-rom.
La Biblioteca Bizzozero che raccoglie oltre 20.000 volumi e 1.000 testate periodiche su agricoltura e settori collaterali (veterinaria, zootecnia, industria alimentare, gastronomia, tutela dell'ambiente naturale, giardinaggio).
L’Emeroteca comunale offre all'utenza una ricca collezione di periodici divulgativi e di ricerca di svariate discipline, insieme alla più fornita raccolta di quotidiani e settimanali italiani e stranieri esistente in città.
Possiede circa 900 periodici cessati e oltre 1.100 periodici correnti.
La Biblioteca Balestrazzi è specializzata in scienze sociali e politiche. Il profilo storico che caratterizza il trattamento di queste discipline, che si estendono poi a quelle giuridiche ed economiche, permette ricerche anche nell'ambito della storia locale.
La Videoteca comunale, “Centro Cinema Lino Ventura”.
E’ un servizio di pubblica utilità e persegue fini di natura culturale, conservazione, divulgazione, valorizzazione e promozione della cultura audiovisiva e multimediale ed è anche un luogo dove, oltre alla consultazione dei materiali, è possibile trovare opportunità di formazione nel campo del cinema, dei nuovi media e dei linguaggi della comunicazione.
L'archivio di Stato di Parma custodisce un ricchissimo patrimonio di documenti, pubblici e privati, atti notarili, carte topografiche, pergamene, sigilli, di straordinario interesse che testimoniano la storia e la cultura di Parma a partire dall’antico Ducato di Parma e Piacenza sino ai giorni nostri.
Da anni comitati ed associazioni si battono per preservare la destinazione d'uso “interamente pubblica” e perchè venga attuato un restauro dell'edificio, come previsto dal codice Urbani sui beni culturali, invece della ristrutturazione che di fatto sembra essere stata progettata, la quale comporterebbe un intervento profondo sul monumento e ne altererebbe il valore storico-artistico. (testo estratto da: www.parmachericorda.it)