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Val Manubiola (Bergotto – Passo della Cisa – Bergotto)

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Altimetria Val Manubiola (Bergotto – Passo della Cisa – Bergotto)

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AVVERTENZE

punto di partenza: Bergotto (PR)

punto d'arrivo: Bergotto (PR)

Il giro nasce come una esplorazione di sentieri che solo in parte conoscevo. Alcuni sicuramente ciclabili per referenze avute da amici locals, altri da verificare del tutto.
L'obiettivo era quello di scoprire se si poteva fare un anello completo della Val Manubiola transitando per i suoi bellissimi borghi e salire fino al Passo della Cisa in offroad per scendere dal bel crinale del Groppo delle Pietre.
Partiamo in 4 verso le 11 da Bergotto (parcheggio della trattoria Manubiola) e saliamo chiacchierando su asfalto fino a Corchia per scaldarci un pò.
Corchia ci accoglie ancora addormentata accarezzata dai primi raggi del sole che sbucano da sopra il monte.
Il borgo di Corchia è sempre una delizia ed è un piacere ripassare ogni tanto di qui.
Superato il paese, la strada diventa una forestale che si abbandona subito a sx per passare sul ponticello che scavalca il Manubiola. Inizia subito una lunga rampa ripida che porta a scollinare nella vallata del Manubiola di Valbona.
Si comincia a scendere in mezzo ai castagni per una bella mulattiera che in passato sicuramente serviva come strada di collegamento tra i due paesi, come testimoniato anche dalle imponenti massicciate di pietra su cui transitiamo. Presto la mulattiera lascia spazio ad uno stretto single track a picco sul torrente. Lo scendiamo divertendoci con il sole che ci scalda le spalle.
Raggiungiamo in breve il fondo del torrente e passiamo sull'altra sponda su un piccolo ponticello.
Entriamo nell'antico borgo di Valbona e ci accoglie il cosiddetto "Castello", in realtà un agglomerato di case di pietra addossate una all'altra. Da Valbona continuiamo a destra sulla strada fino alla fine del paese.
La strada lascia spazio ad una strada bianca che sale nel bosco tra bellissimi panorami sul crinale del Groppo dell'Asino passando sopra l'A15 e poi sotto fino ad arrivare alle spalle dell'autogrill della Cisa. Dopo una sosta per riparare uno strappo di catena ripartiamo in salita ricongiungendocci alla strada di servizio che dal Tugo scende all'autogrill.
Svoltiamo a destra e ben presto lasciamo la strada per salire a sinistra verso la Ca'Nova, una bellissima casona di sasso nel bosco di proprietà parrocchiale.
Dopo una pausa panino al sole ripartiamo seguendo la mia traccia che ci porta nel bosco.
Una graziosa via crucis ci fa essere ottimisti circa il percorso da seguire che da qui in avanti si basa solo sulla cartografia IGM che ho usato per definire questo tratto.
Putroppo al termine della via Crucis il sentiero è interrotto da una quantità di rami e tronchi caduti a causa del gelicidio che ha colpito questa zona dell'appennino lo scorso inverno.
Il sentiero proseguirebbe oltre un piccolo torrente ma ci è stato impossibile ritrovarne le tracce.
Un'occhio alla mappa e ad un waypoint di emergenza ci fanno individuare un sentiero che dovrebbe salire verso la Cisa poco più indietro. Torniamo quindi sui nostri passi fino alla Ca' Nova ed effettivamente troviamo la carrareccia che sale.
E qui inizia la NOSTRA Via Crucis.
Come avevamo intuito dalla linea retta sulla mappa la strada sale implacabile con pendenza impedalabile.
Ad un certo punto dobbiamo anche fare lo slalom tra i rami presenti ovunque per riuscire a proseguire. Fortunatamente, una volta ritrovata la carraia, dopo circa 20 minuti, questa spiana e ci consente di risalire in sella giusto in tempo per arrivare in un bellissimo prato assolato dove pascola una bella mandria di cavalli che al nostro arrivo scappano imbizzarriti.
Il luogo è molto tranquillo e non sembra affatto di essere esattamente sopra al tunnel della Cisa.
Alle nostre spalle vediamo il crinale del Groppo dell'Asino e di fianco a noi, in lontananza, si può scorgere l'ostello della Cisa dove lo scorso anno facemmo tappa durante la via francigena. Superata la radura e un cancello (apribile) si transita di fronte ad un vecchio casale e si raggiunge in breve la statale della Cisa proprio in corrispondenza del cartello stradale.
Ci fermiamo al passo per un thè caldo, dopodichè affrontiamo la ripida rampa del santuario dove facciamo un classico autoscatto verso le cime dell'Orsaro e del Braiola.
Riprendiamo sullo 00 di crinale, superiamo il bivio della Francigena che scende in Lunigiana e continuiamo in un bellissimo bosco in veste tardo autunnale.
Ogni tanto una apertura tra la vegetazione ci permette di godere del magnifico panorama sull'Orsaro che domina dall'alto i borghi dell'alta Val di Magra.
Successivamente il sentiero aumenta la pendenza e costringe spesso al piede a terra anche a causa dell'abbondante strato di foglie. L'ultimo tratto prima di ricongiungersi con il crinale del Groppo delle Pietre è da farsi esclusivamente a piedi per il fondo troppo roccioso e irregolare.
Raggiunto il crinale e il sentiero che proviene dal Molinatico ci sistemiamo per la discesa e pieghiamo quindi verso nord mantenendo sempre il filo di cresta anche in corrispondenza di alcuni bivi.
Il primo tratto di discesa è un singletrack a tratti insidioso per le rocce nascoste sotto le onnipresenti foglie. Lo ricordavo tuttavia più difficile dalla mia precedente esperienza.
In realtà lo abbiamo sceso senza patemi e anche Anastasio con la sua front non ha avuto particolari problemi. Il sole ci accompagna in questo tratto di discesa tra i faggi. Arrivati al quadrivio di sentieri chiamato La Calà il sentiero diventa una agevole forestale che prosegue sempre in quota uscendo dal bosco e consentendo un bel panorama sulle emergenze granitiche del Groppo Maggio e sulle lontane cime dal Cervellino fino all'Orsaro.
La forestale prosegue in discesa fino ad innestarsi sulla strada che da Fagiolo sale a San Bernardo. Risaliamo quindi i tre tornanti che mancano per raggiungere l'amena radura dove è situata la chiesetta di San Bernardo.
E' ormai l'imbrunire e ancora ci mancano 400 metri di dislivello per tornare alla macchina.
Da qui però è ormai impossibile sbagliare strada.
Dalla chiesetta si prosegue in quota per alcuni minuti prima di cominciare una lunga discesa tra i castagni su una bella e mai banale forestale che richiede una guida attiva per affrontare le numerosissime curve rivestite di foglie di castagno.
Alla fine della forestale, in località Case Baratta, si ritocca l'asfalto. Si piega a sinistra e in poche centinaia di metri si raggiunge Bergotto e il parcheggio presso la trattoria. Il responso alla domanda di apertura è sicuramente positivo: si può fare un anello dell'alta Val Manubiola offroad.
Una alternativa che mi hanno suggerito per evitare il tratto infrascato è la seguente: all'autogrill risalire per la strada fino alla statale della Cisa in località Tugo, prendere la strada per Felgara e seguire il percorso della Via Francigena fino al Monte Valoria da cui si scende in un attimo al passo della Cisa.
In questo modo il giro è forse più fluido ma si allunga molto. Rimane comunque un pezzo da fare sicuramente a piedi sullo 00 prima di ricongiungersi al sentiero 837 per il Groppo delle Pietre.

Piergiorgio Rivara
www.bikemonkey.it

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