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Borgotaro – Monte Santa Donna – Borgotaro

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Borgotaro – Monte Santa Donna – Borgotaro

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AVVERTENZE

punto di partenza: Borgo Val di Taro (PR)

punto d'arrivo: Borgo Val di Taro (PR)

Questo giro tocca la Val Taro, zona solitamene poco battuta dal sottoscritto. Si tratta di un giro dalle altimetrie contenute anche se abbastanza lungo (ma tutto pedalabile). Come percorso lo definirei un tipico percorso cross country da appennino, ossia su sterrate e antiche strade secondarie. Certamente un adatto più agli amanti della pedalata che del tecnico (in buona parte infatti ricalca il tracciato della granfondo XC Raid del Fungo). La caratteristica principale di questo percorso è che, nella zona di crinale e per buona parte della discesa, si snoda lungo l'antico percorso di un ramo secondario della via Francigena (il ramo principale infatti sale da Fornovo verso Terenzo, Cassio e il Passo della Cisa, ed è stato affrontato per un tratto nel giro di Monte Cassio di qualche mese fa). La partenza è da Borgotaro, nei pressi della pista ciclabile che percorreremo al ritorno per tornare alle auto. Si passa dal centro e si sale in direzione Porcigatone per lasciare quasi subito la strada principale per deviare a sinistra su una strada secondaria che su asfalto conduce alla frazione di Monticelli dove si inizia il tratto offroad. La salita è costante ma mai proibitiva e in breve si raggiunge l'oasi WWF dei Ghirardi. Davanti all'ingresso si tiene la sx imboccando un single track che ci porta ad un guado. Risaliamo l'altra sponda e proseguiamo in mezzo a boschi di roverella finchè torniamo su una strada bianca. Svoltiamo a destra e arriviamo ad un suggestivo ponte in pietra sul torrente Remola. Saliamo e in breve giungiamo a case Ghirardi, una località amena immersa in una natura incontaminata. La strada che stiamo percorrendo presenta tratti selciati di antica data ed è stata restaurata in maniera molto accorta. Dopo aver assaporato alcune mele assai dissetanti abbiamo modo di apprezzare anche una tardiva fioritura di crochi e trovare una fungaia di una particolare specie di boletus di cui non ricordo il nome nonostante Max me lo abbia ripetuto più volte. La strada prosegue su una cresta tra la valle del Remola e del Canal Guasto per giungere in breve ma per percorso assai gradevole al paese di Porcigatone. Attraversata la strada provinciale per Bardi proseguiamo dritto in direzione del cimitero. Seguiamo a questo punto i segnavia bianco rossi del Cai che ci accompagneranno fino al Lago Buono, meta finale della giornata. Dopo aver superato gli ultimi metri di dislivello, gustandoci anche delle fantastiche more, giungiamo al valico di Monte Santa Donna. Qui abbandoniamo subito l'asfalto per svoltare a destra su ripida salita in direzione della cima (segnavia Cai). La vetta in realtà non è individuabile se non per il fatto che ad un certo punto si inizia a scendere. Il tratto di crinale che inizia al valico infatti è quasi tutto immerso nella vegetazione e non vi sono vette che emergono particolarmente. Da una successiva radura possiamo tuttavia fermarci un attimo e godere del panorama sulla Alta Val Taro. Da qui la vista spazia da sinistra a destra in direzione del monte Molinatico, il monte Gottero, il passo della Cappelletta con le sue caratteristiche pale per l'energia eolica, il monte Penna e il Maggiorasca. Si comincia qui a incontrare le tabelle che ci indicano il percorso dell'antica via Francigena e anche i segnavia Cai sono nuovi. Si tratta quindi di un percorso molto ben servito. Dopo aver mantenuto il crinale principale giungiamo alla Maestà, località contrassegnata dalla presenza di una cappellina votiva in pietra (appunto una maestà). Qui decidiamo di prendere un single track a dx per il Lago Buono anzichè salire a sinistra come ci diceva il nostro GPS. Così facendo scendiamo subito in direzione Pradonico, un prato con bivacco utilizzato per feste campestri, forse antica località di sosta dei pellegrini. Da qui però per raggiungere il Lago Buono occorre comunque risalire a sinistra (indicazioni) per circa 15 minuti per giungere infine al Lago. Non è certamente un lago da cartolina, tutt'altro, ma è effettivamente degno di nota poichè è proprio nascosto in una selletta a cavallo di due valli e presenta una ricchezza d'acqua inaspettata visto l'ambiente circostante e la quota relativamente bassa a cui si trova. Dal Lago Buono si inizia quindi a scendere, putroppo, per una strada bianca. Il percorso non presenta tratti tecnicamente rilevanti o particolarmente divertenti. Merita però una sosta per ammirarla da vicino un tratto di strada, in una zona aperta, ancora selciato come probabilmente era alcuni secoli fa. Si prosegue fino a sbucare su asfalto che si abbandona subito per seguire le indicazioni per l'antica chiesa (o meglio di antico è rimasto il campanile) di San Cristoforo che merita una breve sosta. Si prosegue su sentiero segnato cai fino a incrociare di nuovo l'asfalto. Svolta a destra e subito a sinistra senza scendere in paese (San Pietro). Si deve oltrepassare un cancello di legno (apribile) di una struttura di soggiorno non abitata (probabilmente appartenente a qualche parrocchia o associazione) e proseguire dritti a mezza costa sul fianco della vallata. Si ritorna quindi su asfalto ma si tira dritto seguendo il sentiero dall'altra parte della strada per l'ultimo pezzo di discesa offroad della giornata. Giunti infatti alle case inizia la discesa asfaltata fino alla ciclabile del Taro che ci riporta all'auto. Complessivamente un buon giro per allenarsi in luoghi particolarmente tranquilli.

Piergiorgio Rivara
www.bikemonkey.it

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