100 Laghi
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punto di partenza: Bosco di Corniglio (PR) punto d'arrivo: Bosco di Corniglio (PR) Giretto pomeridiano per prendere un pò di fresco all'aria dell'Alta Val Parma. Per la prima tappa del Pedalaitalia del 28 agosto ci mancava la verifica del tratto Passo del Cirone-Lagdei, spezzone terminale di quella che sarà una giornata lunga e speriamo epica (70 km per 1700 metri di dislivello). Partiamo da Bosco di Corniglio con Ruttok e Andrea Dondi scaldandoci le gambe sulla strada per il passo del Cirone. Al passo prendiamo lo 00 in direzione Monte Tavola. Dopo alcuni tratti in sella occorre spingere fino ai prati su quello che in discesa sarebbe un divertentissimo sentiero. Ai prati raro incontro con altri tre bikers parmigiani e, ovviamente, Andrea ne conosce almeno uno (il consorzio agrario deve essere un luogo molto frequentato da chi va in montagna...). Saliamo alla bocchetta del Tavola per fare il breve ma sempre divertente single track del 725 fino all'incrocio con il 723 per Lagdei. Purtroppo il toboga del 725 (in realtà una leggera variante a lato) è molto sporto di rami e bisogna scendere piano piano per non devastare ruote e deragliatore. Procediamo spediti per Lagdei l fine di arrivare in tempo a prenderci la seggiovia per il Lago Santo. Obiettivo Carbonaie, ma prima una birretta gelida al rifugio. Il Lago è sempre fantastico e bere una birretta col sole basso di fine pomeriggio ammirando le acque smeraldo del lago (e con la prospettiva delle Carbonaie di li a poco ;-) ) è uno di quei momenti che ti fanno pensare a quanto è bello questo sport. All'inizio del sentiero di discesa (il 723 che scenda dalla parte opposta del rifugio per chi non lo sapesse) sulla destra, su una grande lastra di arenaria, Ruttok mi fa notare tre splendide sculture raffiguranti due teste di profilo e un cavallo alato. Sono ispirate (direi) alla mitologia greca e mi hanno impressionato per la loro eccezionale fattura. Mi dicono che ve ne sono altre intorno al lago. I miei complimenti allo scultore sconosciuto che ha voluto lasciare altra bellezza in un luogo che ne possiede già così tanta. Le carbonaie non tradiscono mai, fondo eccezionale, tratti guidati, altri da far correre, piccoli saltini sui sassi: sempre bello, peccato che questo sentiero sia praticamente unico. Ne approfittiamo per fare un pò di pulizia togliendo tre o quattro tronchi ma ne rimangono alcuni per i quali servirebbe il segaccio, se qualcuno va su, se lo metta nello zaino, in dieci minuti a mano si sega il tronco e si libera il sentiero. Ai cancelli ci dirigiamo verso i lagoni per andare a testare un sentiero mai provato prima. Il sentiero si imbocca circa 500 metri prima dei rottami dell'aereo sulla sinistra (catena e cartello), si tratta di una mulattiera che purtroppo, per almeno metà del suo sviluppo, attraversa l'area di abetaia che si è ammalata in questi anni per cui il bosco è stato tagliato lasciando una ferita enorme e, ovviamente, montagne di detriti sul percorso. La mulattiera sbuca infine sulla strada provinciale poco sopra il ponte del Cogno. A questo punto, avendo ancora un pò di voglia di discesa decidiamo di ritornare su verso i cancelli per scendere a Bosco dalla strada della Vezzosa: arrivati ai cancelli ci si dirige verso Lagdei e alla prima deviazione a destra si scende nel bosco. Attenzione che per scendere a Bosco occorre poi seguire le indicazioni dell'ippovia (i segni della ciclopista ormai sono svaniti). Erano anni che non facevo questa strada e devo dire che l'ho trovata bella, soprattutto il primo pezzo nell'abetaia, e divertente fino al ponte del Cogno dove sbuca sulla strada. Dal ponte solito passaggio dal bacino di Bosco fino al paese che attraversiamo in mezzo ad un surreale mercatino con bancarelle gestite da nordafricani e cinesi !?! Piergiorgio Rivara |