Diversi sono le ottiche attraverso le quali analizzare il paesaggio, una è quella percettivo-formale ed estetica, cioè come lo farebbe un pittore, un fotografo o uno scenografo, che vedono  il paesaggio in funzione della percezione dell’osservatore,  soprattutto come  un bene culturale,  un prodotto sociale sempre relazionato all’azione dell’uomo e da come questo lo percepisce e lo vive.

Un'altro approccio è quello di tipo tecnico scientifico, che osserva e analizza il paesaggio, nel suo insieme o nelle sue componenti, sotto le diverse discipline tecniche (geologia, botanica, ecologia, climatologia, agraria, forestazione, zoologia, storia, urbanistica ecc.).

Questo approccio, criticabile ma più semplice e che può essere seguito anche da chi non ha basi scientifiche, suddivide il paesaggio nelle sue diverse componenti, osservandole, descrivendole o analizzandole separatamente nell'ottica delle diverse discipline scientifiche o umanistiche, per avere così alla fine un quadro complessivo di quel paesaggio.

Inizialmente lo si può suddividere nelle sue due componenti fondamentali, analizzandole separatamente:

La MORFOLOGIA comprende tutti gli elementi che concorrono alla forma plastica del territorio.

La COPERTURA DEL SUOLO comprende tutti i segni (di origine naturale o umana) impressi sulla morfologia.

Altro elemento che influisce sul paesaggio è  IL CLIMA .

Una analisi attenta di un determinato paesaggio inoltre  deve anche prendere in esame la sua EVOLUZIONE nel tempo, derivante principalmente dall'interazione tra il sistema naturale ed il sistema antropico.

Per analizzare tali aspetti occorre però una adeguata preparazione tecnico-scientifica e la possibilità di accedere a serie di dati sui fattori climatici e sugli eventi storici.