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La Scoperta ad j Anolén

La "vera" storia della nascita del piatto simbolo della cucina parmigiana: gli Anolini, scritta nell'autentico dialetto dei borghi dell'Oltretorrente e della Ghiaia dal grande Alfredo Zerbini, uno dei più grandi poeti dialettali parmigiani del novecento. anolini

Landrén, coll sbofigon ch'a fava al cögh,
al tarnegäva ad grass, aj e burnierbi;
al s'inzotläva tant ataca al fogh
che ancora inco l'è d'moda coll proverbi
ch'a diz acsì: "L'è nett come 'l cögh Landrén
ch'al spargnacläva il plugghi col mes'cén".

Cla grimma äd  la Tiberta, so mojera,
la vreva ch'al s'laviss, ch'al s'fiss tondär;
mo 'd tgnirel nett 'n gh'era la manera,
e quindi l'era tutt un brangognär:
par cost, Landrén, al vreva un ben da mat
soltant a Ciccio, ch'l'era po äl so gat.

Ste Ciccio l'era vec e sensa dent,
però al s'mantgniva semp'r un bel soriàn
parchè Landrén, povrètt, lera passient
mo fina al pont äd färegh i gnagnàn.
Un gioren, ansi, e propria äl di 'd Nadäl,
al pennsa ad färegh di gnagnàn speciäl.

Al s'metta in bocca pan, formaj, stracot,
pevér e säl, e biassa tutt insomma.
Al gh' n'äva fat in pressia un mez baslot,
né dur né mol, e liss pu che na crema.
Mo quand par tgnirla insomma al gh'à miss n'ov,
al tasta e 'l fa: - Mo tò che savor noéuv!-

Un savor noéuv, picant, ch'al stussicäva,
n'armes'ciansen'na rära, delissiosa;
e li sul colp, intantch'al ja mesdäva,
agh sälta in menta ad far na bela cosa.
A vreva dir che inveci äd däria al gat
al völ fär quel äd bon mäi vist né fat.

Fa fär da so mojera na fojäda
con dj ov in abondansa e fior 'd faren'na,
e dop con tutt'cla roba profummäda
provì a indvinär un po cosa al comben'na?
Fa tant tordlén rotond, picén picén,
e inventa äd sana pianta j Anolén!

Quand al j à miss in tävla, al so padròn
al gh'à dmandè: - Cos'è sta novità? -
- L'è na mnestren'na in brod ad me invensiòn -
a fa Landrén - Ch'al senta che bontè!
E quand al n'arà fat na sgaroläda,
Don Filipp, ch'al gh'beva sora na turäda. -

Don Filipp, apen'na miss al primm in bocca,
al va in fumana e 'l sälta come un demonni;
al guärda al cögh, al ridda, al smania, al s'tocca,
e 'l dmanda s'l'è li desd o s'l'è 'n insonni.
E int un moment al n'à sbafè tri tond
... s'al ne n'aviss magnè da dop ch'l'è al mond.

Insomma, lu al ne stäva pu int la pela.
- Mo che delissia! Mo che bocon da pret!
J ò sempör ditt ch'at manca na rodela,
e inveci at si na siensa, un cögh perfet!
Beva, Landrén! E beva an'ti Toberta!
Bisogna festegiär sta gran scoperta! -

Landrén l'era ragiant, al se stimäva
cme s' l'aviss fat al Dom o la Pilota;
e la Tiberta intant la tracanäva
alägra e frissa pu che na gionvota.
S' j avissev vist, tutt tri, dopo mez'ora
che rassa ad na cagon'na a gh'è gnu fora!

Don Filipp, ch'al pärla sempre dj Anolén
al dmanda la ricetta äd ste portent;
e la Tiberta, brassè su Landrén,
la gh'diz, cardend äd färgh un compliment:
- Mo dighel, gioia, digghel ch'at j è fat
con chi gnagnàn ch'a t'è biassè pral gat! -

(Alfredo Zerbini - Parma 1895-1955)

A cura del "Centro Studi Galleggiante da Brodo" Fondazione "Maisazzi"  G.Pellinghelli
Provincial Geographic Parma©.



Enrico Maletti recita a memoria "La Scoperta degli Anolini" in dialetto parmigiano.


pomodoro-museoI Musei del Cibo della provincia di Parma costituiscono una rete museale dislocata nel territorio.
La visita ai Musei assume maggior valore se inserita come tappa in un percorso dove arte, storia, ambiente e gastronomia si uniscono per offrire il meglio all’ospite curioso.

I Musei del Cibo custodiscono centinaia di oggetti, frutto dell'esperienza di abili artigiani, impiegati per le più diverse funzioni nella preparazione dei prodotti tipici di eccellenza del territorio parmense.

Molti di questi oggetti hanno forme curiose e funzioni particolari o sono legati a tradizioni antiche. Dar loro voce e ascoltare il loro racconto significa conoscere storie affascinanti e capire nel profondo gesti e azioni tramandati di generazione in generazione fino ai nostri giorni.

(contenuti gentilmente concessi dall'Associazione "I Musei del Cibo della Provincia di Parma")

 Visualizza i Musei del Cibo sulla MAPPA DEL SISTEMA MUSEALE PARMENSE

 

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Il Culatello di Zibello è patrimonio, ricchezza, di quella particolare terra adagiata lungo il grande fiume Po e avvolta dalla nebbia, che è fattore determinante, regime climatico insostituibile per la maturazione e la stagionatura del Re dei Salumi, la cui arte, tramandata da generazioni, racchiude in sé la storia di una terra, le tradizioni della sua gente e le caratteristiche del clima particolare. Dalle cantine della Bassa parmense alle tavole nazionali il percorso del Culatello è stato, storicamente, tutt’altro che breve.
Per molti secoli, infatti, il nome e il prestigio del Culatello sono rimasti circoscritti alle zone d’origine; patrimonio della gente della Bassa che sola sapeva apprezzarne il gusto e conservarne i segreti.

Poi il Re dei salumi ha conquistato visibilità ed estimatori anche al di fuori del territorio parmense, aumentando le richieste e mettendo a rischio l’unicità della produzione, da sempre nelle mani di pochi e genuini esperti.

A tutela della qualità e della tipicità del Culatello è stato creato il Consorzio del Culatello di Zibello. (25)

MappaStradeDeiProdottiTipiciStrade Dei Vini e dei Sapori
(tratta da www.stradadeprosciutto.it)

 La Strada del Culatello di Zibello è promossa dai comuni di produzione, ovvero: Polesine Parmense, Colorno, Roccabianca, Sissa, Zibello, Busseto, Fontanellato, S. Secondo Parmense e Soragna. Il sito ufficiale è: www.stradadelculatello.it

L'attività di promozione e valorizzazione del prodotto, durante l'anno, trova la sua massima (o forse meglio, la sola) espressione nell'ormai tradizionale Kermesse "November Porc .. speriamo ci sia la nebbia!" Un evento capace di attirare nei quattro appuntamenti “I Sapori del Maiale” (Sissa), “Ti cuociamo Preti e Vescovi” (Polesine P.se), “Piaceri e Delizie alla Corte di Re Culatello” (Zibello) e “Armonie di Spezie e Infusi” (Roccabianca), più di 90.000 persone provenienti da tutto il territorio nazionale. www.novemberporc.com

Provincial Geographic è impegnato nella costruzione di materiale di fruizione libera e gratuita che agevoli il turista nell'accesso e nella scoperta della nostra terra e dei suoi prodotti.

Visita le sezioni di "Arte e Cultura" e "Itinerari". 

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Non troppo a nord, verso il Po, dove l’umidità avvolge tutto. Il territorio dove nasce il Prosciutto di Parma è delimitato a est e a ovest da due fiumi: Enza e Stirone, a sud dall’Appennino.
Questi, oltre ad essere confini geografici, sono anche confini di culture gastronomiche diverse. Se il più famoso prosciutto del mondo può nascere solo qui, i  motivi sono mille. Perché qui, dalla vicina pianura, arrivano maiali bellissimi e grossi, che in nessun altro posto sono mai stati nutriti con gli scarti della lavorazione del formaggio. Perché l’aria di mare, qui, supera la barriera degli Appennini più facilmente. Per un po’ di avarizia: nell’utilizzo del sale. Perché si è conservata fino ad oggi l’abitudine alla lentezza, quasi maniacale, nell’attesa della stagionatura.

Sui rilievi collinari della provincia di Parma, in un habitat favorevole, si producono inoltre, da vitigni di barbera, bonarda e malvasia, diversi vini raggruppati sotto l’unica Doc Colli di Parma. Il Lambrusco, gloria di buona parte dell’Emilia Romagna, si presenta di colore rosso rubino, e ha note fresche ed esuberanti, profumate e armoniche. Molto apprezzata è la Malvasia, nella doppia versione secca e amabile, dal profumo gradevole e aromatico. Questa vasta gamma di vini permette un perfetto matrimonio con i cibi tipici della nostra provincia.

Nel 1978, riuniti in un Consorzio di Tutela, i viticoltori danno vita ad una qualificazione del prodotto, che presto prende la meritata DOC. Il Consorzio, nei suoi capitolati, prescrive le rese massime per ettaro e tutti i diversi disciplinari di produzione che, a tutela del consumatore, assicurano la più elevata qualità di prodotto. (24)

MappaStradeDeiProdottiTipici
Strade Dei Vini e dei Sapori (tratta da www.stradadeprosciutto.it)
La "strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli" non è una vera e propria "strada", bensì un area pedemontana e montana della nostra provincia che interessa i comuni di: Bardi, Calestano, Corniglio, Felino, Fornovo Taro, Langhirano, Lesignano Bagni, Neviano Degli Arduini, Palanzano, Sala Baganza, Tizzano Val Parma, Varano Dè Melegari, Varsi.

Ahimè, il visitatore che volesse immergersi nel territorio di produzione dei prelibati prodotti tipici parmensi, non si aspetti di trovare facilmente sul posto delle indicazioni precise o itinerari dettagliati. Allo stato attuale, converrà che il visitatore si armi di pazienza e che contatti in anticipo i vari enti di promozione turistica e commerciale.

Alcuni riferimenti utili si possono trovare su www.stradadelprosciutto.it

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Il fungo Porcino di Borgotaro è l'insigne ospite di una strada che si snoda principalmente nell'alta Val Taro, congiungendosi a Nord - Est con la Val Baganza (e la strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli ) e, a Ovest, con la Val Ceno e il crinale che divide l'Appennino parmense da quello Piacentino. A Sud si apre alle vie del mare .... il territorio porta in dote alcuni dei più affascinanti scenari dell'intero crinale appenninico; è armoniosamente composto dai rilievi che risalgono dai numerosi corsi d'acqua per giungere alle vette dei confini liguri e toscani. E' una terra ricca di storia, contrassegnata dai castelli, dai borghi medioevali, dagli antichi luoghi di culto. (26)

La Strada del Fungo coinvolge i comuni di: Albareto, Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro, Compiano e Tornolo. MappaStradeDeiProdottiTipiciStrade Dei Prodotti Tipici (tratta da www.stradadeprosciutto.it)

Si tratta di una delle zone più interessanti del territorio parmense, caratterizzata da borghi medioevali, valli, boschi e pendii capaci di regalare scorci incantevoli. Purtroppo anche in questo caso, come per la "strade" del Prosciutto e del Culatello, al visitatore non risulterà facile l'impresa di reperire, mappe e indicazioni esaustive per gli innumerevoli itinerari di estremo interesse che il territorio ha da offrire.

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