bosco castagno ceduoUn tempo, fino a mille anni fa, il castagno non costituiva boschi. Era una pianta accompagnatrice frammista al faggio a quote alte e a l rovere alle quote più basse, su un terreno molto acido. L'importanza alimentare che questa pianta assumen nel corso dell'alto medioevo, quando i monaci bobbianesi che colonizzarono queste zone ne diffisero varietà selezionate, fece si che venisse favorita a scapito della rovere decretandone di fatto la scomparsa. Il castagno prosperò diventando il perno di una civiltà terminata circa 50 anni fa sotto i colpi congiunti di sovrappopolazione, consumismo e di due malattie che attaccarono le piante più vecchie facendole seccare. Per questo, oggi, i grandi castagneti da frutto sono scomparsi, convertiti in cedui dai turni ridotti (10 anni) per impedire l'aggressione della malattia. Della civiltà del castagno restano i "casoni", piccole abitazioni che venivano utilizzate per la raccolta dei prodotti del sottobosco e della legna da ardere, oppure per l'immagazzinamento e l'essicatura delle castagne.
I castagneti sono inoltre l'ambiente d'elezione del porcino, il prelibato fungo cui, ogni Settembre, Albareto dedica una famosa e frequentatissima fiera.
Documento pubblicato
grazie alla concessione
e alla collaborazione
della Comunità Montana
delle Valli del Taro e del Ceno
Illustrazione di Paolo Sacchi
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