
Il borgo di Bardi si innalza sulla sommità di una dorsale incentrata su di un possente scoglio diasprigno occupato dalla rocca da cui si ammira un vastissimo panorama sulla valle del Ceno ed il crinale appenninico. Il borgo è caratterizzato da un impianto architettonico medievale e si inserisce armonicamente tra l'imponente Rocca e la natura circostante, in una posizione dominante le anse del torrente Ceno.
Le vicende storiche del borgo sono inscindibili da quelle della rocca di Bardi. Il sito è citato in una donazione del 833, ma taluni toponimi fanno ritenere che il luogo fosse già frequentato in epoca longobarda. Nel 898 la rocca era in possesso del vescovo di Piacenza, e passò successivamente ai Malaspina, al comune di Piacenza e infine ai Landi, che a partire dal 1256 vi ebbero giurisdizione per circa quattro secoli. Il feudo di Bardi venne eretto in marchesato da Carlo V nel 1551 e nella rocca ebbe sede la zecca, il collegio dei notai ed il governo amministrativo.
L'abitato, situato alle pendici del Monte Crodolo, è porta d'accesso obbligata per le valli dei suoi affluenti (val Noveglia, val Toncina, val Lecca e val Dorbora), ed ha assunto in tutte le epoche una grande importanza strategica. È posto quasi nell'estremo contrafforte sud - ovest della provincia di Parma, si affaccia cioè verso la Liguria e il Piacentino.
Il territorio comunale si eleva dai 500 ai 1.300 metri sul livello del mare, per un'estensione di 189,48 kmq.
Il Monte Ragola, la Roccia delle Cinque Dita, il Monte Lama, il Monte Nero e il Monte Barigazzo, insieme al Monte Penna, sono caratterizzati da ambienti assai particolari, sia dal punto di vista naturalistico che geologico.
La mitezza di clima e la varietà di rocce e sedimenti geologici permettono la presenza di rare specie botaniche (carici, giunchi, orchidee, pennacchi e due piante carnivore Drosera rotundifolia e Pinguicola vulgaris), tra fitte foreste e boschi.
(fonti: Giuliano Cervi, “Guida all’appenino Parmense”, ed. Battei, www.stradadelprosciutto.it)