Cheilanthes MarantaeIl bacino del fiume Ceno presenta una notevole varietà di formazioni geologiche, la cui storia é legata all’apertura, nel Triassico superiore (circa 210 milioni di anni fa), e alla successiva chiusura, a partire dal Cretacico medio (circa 107 milioni di anni fa) di un bacino oceanico che separava le zolle paleoafricana e paleoeuropea. In particolare sono riconoscibili la successione ofiolitica (costituita da peridotiti, serpentiniti ecc.), la formazione di Ranzano, i complessi argillosi e i flysch ad helmintoidi.
OfioliteLe ofioliti, conosciute comunemente come “pietre verdi”, con i graniti sono le uniche rocce di origine magmatica affioranti in provincia di Parma; relitti di un antico oceano scomparso, svettano per la loro scarsa erodibilità sulle rocce circostanti, solitamente di natura argillosa. Nel territorio bardigiano ne sono esempio il M. Menegosa, il Groppo di Gora, il Castellaccio. Qualche bella roccia isolata di ofiolite si trova in loc. Raffi, Casermore, Taverna, Berlini e Pietranera. Scendendo verso l’abitato di Bardi e percorrendo la vie adiacenti la rupe su cui sorge il castello o il tratto di crinale del M. Lama, incontriamo un altro tipo di roccia non molto frequente nel nostro Appennino: il diaspro. Questa roccia silicea di origine sedimentaria deriva dall’accumulo dei gusci di microrganismi marini, radiolari, di circa 150 milioni di anni fa, che si sono trasformati in roccia per processi chimico-fisici innescatisi sia prima che nel corso della formazione delle catene montuose. I diaspri del M. Lama presentano colorazioni particolarmente vistose, variabili dal viola, al rosso, al verde, causate dalla presenza di diversi tipi di inclusioni; sempre sul M. Lama sono visibili i calcari a Calpionelle, cioé calcari con liste di selce grigia, risalenti al Giurassico superiore-Cretacico inferiore (145 milioni-120 milioni di anni fa). Tutto questo spiega il loro utilizzo come materia prima dell’uomo per cinquantamila anni per costruire utensili di pietra: il monte é ricco dei residui di queste lavorazioni. Nel gruppo del M. Barigazzo affiora la formazione di Ranzano di età compresa fra l’Eocene superiore e l’Oligocene inferiore (circa 37-27 milioni di anni fa), con aspetti peculiari e curiosi, in qualche punto sfruttata anche come pietra di lavoro, come le ciappe di pietra del Pizzo d’Oca. Nel territorio prevale, però, tutta una serie di formazioni rocciose prevalentemente argillose ad assetto caotico, quali le argille a blocchetti nei pressi del M. Pelpi e nel tratto del torrente Ceno a monte della confluenza con il torrente Toncina e nel gruppo del M. Lama; le arenarie di Ostia in facies pelitica lungo il torrente Toncina e il Noveglia; le argille a palombini intorno al capoluogo e nella zona di Pietrarada, Faccini e Rossi. Infine, le principali aree di affioramento delle torbiditi calcaree, chiamate genericamente flysch ad helmintoidi, risalenti all’età compresa fra il Cretacico superiore e l’Eocene medio (145 milioni-40 milioni di anni fa),
Documento pubblicato
grazie alla concessione
e alla collaborazione della
Comunità Montana
delle Valli del Taro e del Ceno
Illustrazioni di Paolo Sacchi
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