Birdwatching nel territorio di Calestano (Val Baganza)
Sono almeno 80 le specie di uccelli che nidificano nel nostro comune, ma se ne vedono molte di più se vi aggiungiamo quelle di passaggio durante la migrazione e quelle che arrivano a svernare. Ci sono specie presenti regolarmente tutto l’anno, alcune che si notano più d’inverno e altre che arrivando dall’Africa, decidono di non proseguire oltre trovando l’habitat adatto a nidificare in questa zona. Le passeggiate si fanno più volentieri in primavera ed estate ed è quindi questo il periodo in cui con più curiosità e attenzione speriamo di imbatterci negli animali che vivono nei boschi, sulle tonde cime dei nostri monti o lungo i torrenti e i rii. Ma in inverno le specie stanziali si fanno più ardite per il bisogno che hanno di trovare cibo, ovunque esso sia. Ecco allora che diventa facilissimo osservare cinciallegra, cinciarella, pettirosso, scricciolo e merlo anche molto vicino alle case e lungo ogni sentiero. Anche i codibugnoli si avvicinano, svolazzando in piccoli stormi tra arbusti e alberelli. I tordi (bottaccio, cesena) si sentono e si vedono nelle radure che si aprono tra i boschi.
L’ampio volo planato della poiana accompagna le nostre passeggiate in tutte le stagioni. In febbraio gli acuti gridi delle coppie in amore sono un richiamo, per noi, a portare in alto lo sguardo.
Un po’ più tardi in primavera arriva dall’Africa il lodolaio, rapace poco comune che nidifica anche nel nostro territorio. Il suo volo agile e potente e le sue spettacolari picchiate sulle prede che cattura in volo possono essere osservate oltre Ravarano, nella zona dei Salti del Diavolo. Le zone aperte dei campi sono spesso attraversate dal volo veloce del gheppio, facilmente identificabile quando, intento alla ricerca della preda, sta sospeso in aria facendo lo ‘spirito santo’. Più difficile è vedere lo sparviere. La civetta si lascia vedere e sentire un po’ dovunque, verso sera e di notte, mentre l’allocco, comune tutto l’anno e l’assiolo, presente solo d’estate, entrambe specie decisamente notturne preferiscono farsi sentire piuttosto che vedere.
I passeriformi del territorio, dai grandi corvidi (cornacchia, gazza, ghiandaia) ai piccoli regoli, sono numerosi. L’upupa, con la sua cresta vistosa che abbassa in volo e le ali bianche e nere, appare verso marzo. La si vede mentre becchetta in gruppi di pochi individui nei campi tagliati. Un tamburellare rapidissimo di tronchi non lascia dubbi sulla presenza del picchio rosso maggiore. La risata del picchio verde è inconfondibile, così come il suo volo ondulato fatto a tratti ad ali chiuse. Il martin pescatore, nelle sue tinte luminescenti, sfreccia veloce tra salici e ontani del greto. Più raro e elusivo è il merlo acquaiolo, amante delle acque pulite e dei luoghi solitari. Averla piccola, codirosso, usignolo, capinera sono visitatori estivi delle nostre zone, dove nidificano insieme ad altri piccoli uccelli che invece, come cardellino, verdone, verzellino, si fermano tutto l’anno.
Documento pubblicato
grazie alla concessione
e alla collaborazione della
Comunità Montana
delle Valli del Taro e del Ceno
Illustrazione di Paolo Sacchi
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