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Antica Spezieria di San Giovanni

AnticaSpezieria
Antica Spezieria di San Giovanni - Parma

Luogo: bgo pipa, 1/A

43121 Parma (PR)
tel +39 0521508532
fax +39 0521206336

Sito internet: www.artipr.arti.beniculturali.it

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Da non perdere: 

Le prime notizie sull'esistenza di una spezieria nel complesso abbaziale di San Giovanni Evangelista a Parma risalgono al 1201, ma la sua fondazione potrebbe essere anche precedente, dal momento che il convento fu fondato nel 980 d.C. Si sa che nel monastero era stato organizzato uno spazio per ospitare ed assistere i pellegrini ed è probabile che in un primo tempo la spezieria fosse unicamente al servizio del Benedettini e che solo successivamente sia divenuta pubblica.
L'attuale sistemazione, per quanto riguarda gli arredi e la sistemazione delle volte, risale alla fine del XVI secolo e ai primi anni di quello successivo, mentre la disposizione dei locali subì una radicale modifica nel 1766, allorché i monaci benedettini dovettero secolarizzare la farmacia per evitare la chiusura definitiva imposta dal ministro borbonico Guglielmo Du Tillot.
Fu così che la porta di comunicazione con il convento venne murata, lasciando solo una piccola finestra con inferiate per il passaggio dei farmaci destinati ai monaci, mentre l'ingresso per il pubblico fu aperto verso l'esterno, là dove anche ora si trova.
La conduzione della spezieria fu allora affidata a Luigi Gardoni, che la trasmise al figlio Ferdinando (1820) e poi al nipote Luigi (1881), ultimo speziale alla cui morte l'attività si interruppe. Nel 1896 lo Stato acquisì i locali, che furono riaperti al pubblico nel 1951, raccogliendo all'interno una collezione di mortai, vasi ed altri oggetti provenienti da diversi enti e da donazioni private.
Nella prima sala , detta "del fuoco", per la presenza del camino, sono ancora presenti i banchi per la vendita, le bilance ottocentesche e una serie di piccoli pesi le cui unità di misura - dramma e scrupolo - corrispondono a gr 3.30 e gr 1.10 rispettivamente.
Gli scaffali in noce, originariamente laccati in chiaro, contengono una serie di originali albarelli seicenteschi in maiolica dipinta con la raffigurazione dell'aquila, simbolo di San Giovanni e dunque del monastero.
Nella volta il medaglione centrale, raffigurante l'Assunzione della Vergine, è attribuito al pittore parmense Innocenzo Martini (secolo XVI).
Una porta con una bella aquila intagliata in legno immette nel secondo ambiente, la sala detta "dei mortai".
La stanza è arredata con mobili dalle linee sobrie e imponenti di gusto tardomanierista, in armonia con le ante laccate delle finestre.
I vasi conservati negli scaffali, parte in maiolica e parte in porcellana, appartengono a manifatture diverse e sono databili tra il XVII e il XIX secolo. I mortai in marmo e in bronzo risalgono al XVII e al XVIII secolo.
Nelle lunette della volta (molto ridipinte) sono stati raffigurati i medici dell'antichità, riconoscibili per le iscrizioni poste sul fregio monocromo, in abiti umanistici, mentre nel grande riquadro al centro del soffitto si può osservare la Visione di San Giovanni a Patmos, tutte opere dipinte da un artista ancora ignoto della fine del XVI secolo.
Gli arredi del terzo ambiente, detto stanza "delle Sirene" (scolpite nelle paraste degli scaffali), sono stati intagliati da Alessandro Vandone nel 1606: siamo ancora in un clima prettamente tardo cinquecentesco, come si può osservare dal caratteristico repertorio decorativo (mascheroni, sirene…).
Ad una data più tarda risale invece la porta con il simbolo benedettino dell'aquila (inizio del XVIII secolo) e allo stesso periodo risalgono pure le ante dipinte delle finestre.
Le figure dei medici parmensi dipinte sulle lunette, purtroppo deturpate da antiche ridipinture, sono degli inizi del Seicento. Nelle vetrine degli scaffali sono esposte rare pubblicazioni farmaceutiche dei secoli XVI-XIX. La quarta stanza della Spezieria è il laboratorio, con il pozzo e l'ingresso alla cantina, dove venivano conservate molte delle spezie utilizzate per la preparazione delle medicine.
Gli alambicchi, le storte e le bottiglie appese alle pareti hanno provenienze diverse.
Il dipinto, opera di Ignazio Affanni (secolo XIX), effigia Leonida Gardoni, figlio dello speziere Ferdinando, ritratto nel busto in gesso che orna l'ingresso.(testo: www.artipr.arti.beniculturali.it)

 

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